Contro l'ipocrita mito degli eroi
La figura dell'eroe, o meglio la sua nuova mitologia, è risorta nell'America del 2001 con la fraseologia teologica del novello gran sacerdote George W. Bush.
Dapprima utilizzata per descrivere il sacrificio reale di quei pompieri che persero la vita tra le fiamme delle Torri Gemelle nel tentativo di soccorrere coloro che erano rimasti intrappolati nel rogo, è stata progressivamente estesa a quanti, in un modo o in un altro, sono stati mortalmente coinvolti nello scatenamento della cosiddetta "guerra al terrorismo".
Ma non è senza ragione che il mito dell'eroe è stato fatto abilmente risorgere in questi anni coniugando con esso un'appropriata comunicazione mediatica e i rituali governativi che il mito stesso alimentano in modo che non sappiamo definire se più ridicolo o più inverecondo e, forse, ambedue.
In realtà, se penetriamo oltre le barriere delle immagini e delle parole, ci accorgiamo che si tratta di una semplice, per quanto abile, vergognosa operazione di marketing commerciale finalizzata a "vendere la guerra" nel suo mercato occidentale, in primo luogo, e alle ramificazioni internazionali di questo stesso mercato.
Se qualsiasi guerra ha sempre avuto bisogno, infatti, della sua cornice di eroi da parte di tutte le parti combattenti, ma tali, infine, sono divenuti solo quelli della parte vittoriosa, tanto più di essi vi è bisogno da parte di un paese come gli Stati Uniti d'America che, rimuovendo con spudorata disinvoltura il pretesto delle famigerate "armi di distruzione di massa", lo hanno piamente sostituito con una evangelica missione per "la democrazia e la libertà".
E' giunto ormai il momento di dire "BASTA" con forza a quanti in giro per il mondo sfruttano le leve di un potere conquistato su masse private di capacità di comprensione e discernimento e utilizzate come clavi per gli squallidi giochi di interessi economici che sono il vero movente di ogni guerra fin qui combattuta.
Ma è giunto anche il tempo di dire "BASTA" con uguale forza ai cervelli malati che, all'ombra del potere, alimentano le loro perversioni psichiche succhiando il sangue e l'anima di un genere umano che, ogni giorno, vede depredate le proprie energie vitali per rifornirne coloro che gli parlano suadentemente di "democrazia e libertà" tacendo che così intendono, in realtà, il loro potere e la loro libertà.
Il mondo degli umani è stanco di eroi e, soprattutto, di eroi per decreto di fanfare presidenziali che nascondono, dietro lo sventolio delle bandiere e le note delle trombe funebri, volti ripugnanti di piccoli "presidenti", criminali giullari di circhi di morte.