Tutto il potere ai Soviet... delle Banche e delle Borse
Occorre pur sempre risalire alla madre di tutte le speculazioni finanziarie, quella sui tulipani, per trovare le tracce del presente e comprendere quello che è successo alla Cancelliera tedesca Angela Merkel nel suo tentativo di arginare l’esplosione delle conseguenze del caso greco.
Quando la febbre dei tulipani sotto forma di prodotti finanziari dilagò nell’Olanda del XVII secolo, una pratica denominata “commercio del vento” fu messa in piedi da commercianti che vendevano bulbi appena piantati o, addirittura, bulbi che intendevano piantare.
Si trattava, nella sostanza, degli antenati degli attuali futures che furono dichiarati illegali già nel 1610 per la loro assimilazione al gioco d’azzardo e, quindi, per la loro estrema pericolosità sociale.
Tuttavia, il divieto nulla poté contro la continuazione del commercio del vento e nel 1637 la marea della spazzatura finanziaria trovò il suo logico approdo con lo scoppio della prima bolla storica.
Esattamente quattro secoli dopo, nel maggio 2010, la Merkel ha vietato, in totale solitudine europea, le vendite allo scoperto per contrastare i giochi speculativi iniziati con le vicende ruotanti attorno alla Grecia.
Non solo il divieto è rimasto lettera morta, ma ha scatenato la reazione furiosa di mercati che non tollerano alcuna restrizione alla loro illimitata e criminale libertà di manovra.
è fin troppo facile prevedere che la stessa sorte toccherà alla “ regolamentazione di Wall Street “ propagandata dal simpatico quanto, forse, ingenuo Obama.
Il fatto è che, come abbiamo argomentato in altri scritti, i governi delle singole nazioni sono semplici subordinati delle Banche e delle Borse mondiali essendo esclusivamente queste in grado di condizionare, a seconda delle loro convenienze, la vita delle collettività con un semplice click telematico.
Il potere politico è, infatti, solo lo strumento del cosiddetto “libero mercato” caposaldo dell’economia capitalistica fondata sul feticcio della moneta della quale i derivati finanziari non hanno necessità di utilizzare neanche la carta straccia che la confeziona.
Viene da rotolarsi dalle risate quando sentiamo il nostro buon ‘ministrello’ Tremonti parlare di un’ “economia sociale di mercato” contro gli effetti deleteri del “mercatismo” da lui denunciato a guisa di novello Marx liberista.
Ecco un tipico gioco di parole destinato a gettare fumo negli occhi con la stupida altezzosità caratteristica del nostro buon ‘ministrello’.
Quella “economia sociale di mercato” corrisponde, infatti, alla “socialdemocrazia” estrema finzione del capitalismo per nascondere la propria essenza con un “welfare” da quattro soldi sostenuto da un sindacalismo sulla via dell’auto-estinzione.
Nei mitici “mercati” si giocano ogni giorno vite umane fatte di carne e di sangue secondo un delirio cannibalistico che soltanto la nostra specie è stata in grado di creare.
Se non si comprende che è quest’orgia di cannibalismo l’autentica struttura sociale planetaria, non è possibile comprendere tutti i suoi effetti collaterali in ogni aspetto della storia passata e delle cronache presenti.
Nella Russia della rivoluzione leninista l’obiettivo del nuovo ordine socialista era stato “Tutto il Potere ai Soviet degli operai e dei contadini”.
Oggi la parola d’ordine del vecchio ordine divenuto il Nuovo Ordine Mondiale è: “Tutto il Potere ai Soviet delle Banche e delle Borse”.
Un Ordine che evoca stranamente gli ultimi giorni di Pompei.
27 giugno 2010